Quando il verbale arriva a casa e non si è stati fermati nell’immediato, il problema non è solo la multa: comunicare i dati del conducente è un obbligo che, se ignorato, comporta una sanzione amministrativa aggiuntiva. Ecco cosa fare per evitare guai peggiori.
Comunicazione dati conducente: obbligo da non sottovalutare
Se il tuo veicolo è stato sorpreso a commettere un’infrazione, ma non sei stato fermato al momento, riceverai a casa una multa. Oltre al pagamento, la legge impone al proprietario del veicolo di comunicare entro 60 giorni i dati dell’effettivo conducente responsabile della violazione. Questo serve per applicare correttamente la decurtazione dei punti dalla patente di guida.
Chi non rispetta questa procedura rischia una seconda multa, ben più salata, anche se ha già pagato la sanzione principale.
Come comunicare i dati per la decurtazione punti patente
Il modulo per la comunicazione dati conducente è allegato al verbale. Può essere compilato e restituito in diversi modi:
- tramite il sito web del Comune, se possibile
- presentandolo allo sportello del Corpo di Polizia Locale, se previsto
- tramite Raccomandata A.R.
- tramite Posta elettronica certificata (PEC)
Molti cittadini oggi scelgono la PEC, più veloce, tracciabile e perfettamente equivalente alla raccomandata con avviso di ricevimento. I vantaggi della PEC non finiscono qui! Ma attenzione: bisogna farlo nel modo corretto per non rischiare l’annullamento.
Comunicare i dati del conducente via PEC è valido e sicuro
La comunicazione dei dati del conducente tramite PEC è pienamente legittima e riconosciuta da tutte le amministrazioni. Non solo è uno strumento sicuro, ma è anche preferibile alla raccomandata con ricevuta di ritorno, perché offre maggiori garanzie.
La posta elettronica certificata attesta in modo inequivocabile:
- la data e l’ora in cui la comunicazione è stata inviata e ricevuta
- il contenuto completo del messaggio, inclusi eventuali riferimenti al verbale
- la presenza degli allegati, se presenti
A differenza della raccomandata tradizionale, la PEC è tracciabile, immediata e più difficile da contestare. Per questo è lo strumento ideale per chi deve comunicare i dati del conducente ai fini della decurtazione punti patente.
Corpo del messaggio o allegato? Ecco cosa scegliere
Per comunicare correttamente i dati, il proprietario del veicolo ha due possibilità:
- Inserire direttamente nel corpo della PEC le informazioni richieste (nome, cognome, codice fiscale, numero di patente, targa del veicolo al momento dell’infrazione, numero del verbale)
- Oppure compilare e scansionare il modulo allegato al verbale, allegandolo poi alla PEC
Entrambe le modalità sono valide. Tuttavia, il corpo della PEC viene considerato come sottoscritto digitalmente dal mittente, anche in assenza di firma elettronica.
Il file allegato, invece, è una semplice copia: per dargli piena validità giuridica, dovrebbe essere firmato digitalmente. Ma nella prassi, le amministrazioni accettano regolarmente anche il modulo scansionato.
Quindi, per maggiore efficacia e semplicità, si consiglia di scrivere direttamente i dati del conducente nel corpo della PEC, evitando qualsiasi dubbio interpretativo.
Chi è obbligato a comunicare i dati del conducente?
In caso di infrazione non contestata immediatamente, la legge è chiara: è sempre il proprietario del veicolo a dover inviare la comunicazione dei dati del conducente, compilando l’apposito modulo allegato al verbale o inviando le informazioni via PEC.
Ma cosa succede se chi guidava era proprio il proprietario del mezzo?
Anche in questo caso, la comunicazione è obbligatoria. Infatti, la polizia non può sapere con certezza chi si trovasse alla guida del veicolo al momento della violazione. Di conseguenza, l’onere di indicare il conducente responsabile ricade comunque sul proprietario, anche se coincide con il trasgressore.
Quindi, che tu abbia prestato l’auto a qualcuno o abbia commesso tu stesso l’infrazione, la procedura resta la stessa: comunicare i dati del conducente è un dovere preciso, richiesto dalla normativa sulla patente a punti.
Cosa rischi se non comunichi i dati del conducente
Ignorare l’obbligo di comunicazione dei dati del conducente può costare caro. Se il proprietario del veicolo non trasmette le informazioni richieste entro i 60 giorni previsti, e non fornisce una giustificazione valida e documentata, non si applicherà la decurtazione punti patente, ma scatterà un’ulteriore sanzione amministrativa. L’importo della multa va da 291 a 1.166 euro, a seconda della gravità e delle eventuali recidive.
Attenzione anche alla precisione della comunicazione: fornire dati errati, incompleti o poco chiari equivale, a tutti gli effetti, a non aver comunicato nulla. In questi casi, la sanzione accessoria viene applicata ugualmente, come se ci fosse stata un’omissione totale.
Per questo è fondamentale compilare correttamente il modulo allegato al verbale oppure riportare con chiarezza tutte le informazioni nel corpo della PEC, soprattutto quando si tratta di una violazione che comporta la decurtazione dei punti dalla patente di guida.
Cosa comporta la decurtazione dei punti
Il sistema della patente a punti funziona così: ogni automobilista parte con 20 punti. Chi commette infrazioni ne perde una parte, a seconda della gravità della violazione. Se si dichiara di non ricordare chi guidava, lo Stato punisce la mancanza di collaborazione con un’ulteriore multa.
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