Se sei iscritto al Registro dei revisori legali e non hai ancora comunicato la tua PEC — o l’hai cambiata senza aggiornarla sul portale — hai pochissimo margine: il MEF, con un comunicato dell’8 settembre 2025, chiede di mettersi in regola entro fine mese. Non è un promemoria generico: è una scadenza che impatta sanzioni, abilità professionali e la tua operatività quotidiana.
Cosa impone la norma
L’obbligo discende dall’art. 7, comma 1, lett. d-bis), D.Lgs. 39/2010: ogni revisore deve dotarsi di un domicilio digitale e mantenerlo aggiornato. La PEC è il canale legale per ricevere atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni. Senza una PEC correttamente registrata, l’Amministrazione non può notificarti nulla in modo valido, e tu non sei in regola.
Le conseguenze per chi non si adegua
La mancata comunicazione/aggiornamento comporta sanzioni amministrative da 50 a 2.500 euro ai sensi dell’art. 24, D.Lgs. 39/2010 (con disciplina attuativa art. 13, DM 135/2021). C’è di più: chi non si adegua resta fuori dalla “Fase 2” dell’abilitazione per l’attività di attestazione della rendicontazione di sostenibilità. In altre parole, il rischio è precludersi nuovi incarichi proprio mentre maturano opportunità nella sostenibilità.
Come mettersi subito in regola
L’unico canale valido è l’Area riservata del portale della Revisione legale. L’accesso si fa con SPID o CIE. Una volta entrato, verifica e inserisci l’indirizzo PEC nella sezione indicata (sul portale è riportata come “Contenuto informativo” all’interno del profilo).
Nota bene: email ordinarie, telefonate o altri canali non hanno valore legale e non risolvono l’inadempimento.
INI-PEC, INAD e perché la PEC diventa il tuo “indirizzo legale”
Una volta comunicata al MEF, la tua PEC viene trasmessa a INI-PEC e, ai sensi dell’art. 6-quater, comma 2, D.Lgs. 82/2005 (CAD), confluisce in INAD (Indice nazionale dei domicili digitali). Da quel momento è il tuo canale legale di notifica con la PA. Se in futuro cambi PEC, aggiorna il domicilio digitale su INAD (domiciliodigitale.gov.it), ma per il Registro dei revisori l’aggiornamento resta da fare sul portale della Revisione legale: sono due adempimenti distinti e complementari.
Monitoraggio continuo: non basta “metterla una volta”
Il MEF ricorda che la funzionalità della PEC va monitorata costantemente. Caselle sature, password scadute o servizi cessati espongono a notifiche non recapitate con tutto ciò che ne consegue sul piano legale e sanzionatorio.
Tirocinanti: non obbligati, ma sarebbe un errore farne a meno
La Legge non impone la PEC ai tirocinanti. Tuttavia, dotarsene è fortemente consigliato: garantisce tracciabilità, opponibilità della data e pieno valore legale nella corrispondenza digitale, al pari di una raccomandata A/R. È un investimento di professionalità che evita problemi dal primo giorno.
Cosa fare adesso
Accedi subito all’Area riservata, verifica la PEC e, se serve, aggiorna. Se non hai ancora una PEC o vuoi passare a un servizio affidabile e riconosciuto, attiva la PEC Aruba con Pratiche.it: in pochi minuti hai un domicilio digitale valido e pronto all’uso, con assistenza dedicata.